Rita vive a Partanna, in Sicilia, ed è la figlia di Vito Atria, un mafioso.
Un giorno il padre viene ucciso perché aveva rifiutato di spacciare droga.
Il fratello di Rita, Nicola, a sua volta mafioso, decide di vendicare il padre ma viene assassinato nella pizzeria che aveva aperto e gestiva insieme alla moglie Piera Aiello.
Dopo la morte di Nicola, Piera Aiello va a Roma per testimoniare contro la mafia, cambiando anche identità.
Qualche tempo dopo pure Rita decide di seguire le orme della cognata e andare a Roma, dove incontrerà il giudice Paolo Borsellino a cui racconterà tutto quello che sa della mafia con cui è stata a stretto contatto negli anni passati a Partanna.
Tutti i libri che ho letto quest'estate mi sono piaciuti ma questo aveva qualcosa di particolare.
È scritto in modo chiaro e scorrevole e si legge in poco tempo perché questa storia ti prende e non ti lascia più, anche dopo averla finita, forse perché è vera.
Rita Atria ha avuto il coraggio di ribellarsi all'omertà.
Questa è la cosa che mi ha colpito di più, forse perché lei non era una supereroina, non aveva poteri, era una ragazza come tutte le altre, come tutte le persone che ogni giorno combattono contro la mafia.
Rita a Roma incontra Paolo Borsellino, un magistrato italiano. Faceva parte del pool antimafia, una squadra di persone che si occupava dei crimini organizzati dai mafiosi. Tra questi c'erano anche Giovanni Falcone e Rocco Chinnici.
Loro hanno dovuto vivere sotto scorta, non potevano andare al cinema o al ristorante, non potevano fare una vita normale, dovevano sempre essere accompagnati da un agente. Hanno anche sacrificato la loro vita però non è stato tutto inutile perché hanno acceso una speranza che non si spegnerà più.
PAOLA 3A
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