mercoledì 18 dicembre 2019

Racconto umoristico

La 2D ha partecipato ad un concorso letterario. Gli alunni si sono cimentati in un lavoro di scrittura creativa collettiva e quello che segue è il risultato del loro impegno. Speriamo che vi regali un sorriso :)

Buone feste
Prof.ssa Caruso

Finalmente siamo arrivati in albergo. Beh, è un po’ eccessivo chiamarlo albergo…
Appena siamo arrivati al resort in cui avremmo dovuto soggiornare, il portiere ha comunicato al viso di mio padre, che oscillava tra il rosso e il verde, che non c’era nessuna prenotazione.
L’agenzia di viaggio non aveva fatto alcuna prenotazione!!!
Quindi siamo finiti qui, in una stamberga semiabbandonata in mezzo al nulla di un bosco. Per di più infestata da insetti di una specie che credo non sia stata ancora classificata. Per questo motivo io e la mia famiglia ci siamo prima rintanati nel bagno e poi, siccome l’orda pseudoaliena di quella sottospecie di esseri viventi è sbucata dalla sudicia plafoniera, ci siamo calati giù dalla finestra per andare a rifugiarci in macchina.
Ed è stata solo la ciliegina che ha coronato la torta di questa “gustosa” giornata!
Da circa un anno mio padre aveva pensato a questa vacanza e tutti l’aspettavamo con impazienza. Specialmente io e mia sorella volevamo trascorrere un po’ di tempo in famiglia, lontani dalla città, senza essere costretti ad entrare in quel luogo che noi studenti definiamo inferno o, al massimo, manicomio, e che gli adulti chiamano “scuola”.
Stamattina è arrivato il giorno tanto atteso, ma non potevano immaginare quali disavventure ci aspettavano dietro l’angolo!
Prima di tutto non è suonata la sveglia e mia madre si è catapultata nella nostra stanza sbraitando come un babbuino impazzito. Io, per lo spavento, sono sceso dal letto a castello come se mi avesse morso una tarantola, e la maglia del mio pigiama si è agganciata alla sponda di sicurezza, lasciandomi lì a penzolare come un salame stagionato davanti alla bocca spalancata di mia sorella che, nel letto di sotto, continuava inspiegabilmente a dormire nonostante le urla che rimbombavano per la stanza.
Non essendo riusciti a fare colazione, mia madre ha suggerito a mio padre di fermarsi al primo autogrill. Ovviamente le due “regine” non hanno osato mettere il naso fuori dalla macchina, perché faceva troppo caldo, e non volevano rinunciare all’aria condizionata neanche per un secondo.
Io e mio padre siamo riusciti a farci largo fra i corpi sudaticci dei turisti ammassati fra i tavoli e gli espositori traboccanti di roba e abbiamo raggiunto l’uscita. Mentre stavamo scendendo le scale che ci avrebbero portato al parcheggio delle auto, mio padre si accorge di aver dimenticato il cellulare da qualche parte (forse in bagno). Quindi ha dato tutti i vassoi pieni di waffel, brioche, latte e succhi di frutta ed è corso come un ferrari all’interno. Io sono rimasto lì in bilico. Non sapevo se rimanere immobile o andare a raggiungere mia madre e mia sorella. Dopo cinque minuti, mio padre non era ancora arrivato. Io mi stavo arrostendo al sole e stavo,credo, morendo per soffocamento. In più il cibo che avevo in mano cominciava ad andare in decomposizione per il caldo.
Ho mosso il primo passo, pensando insistentemente “non cadrò, non cadrò, non cadrò!”, e invece… dopo soli due gradini ero finito a terra, sudicio come un sommozzatore calatosi in una palude per cercare un cadavere.
Poco dopo è uscito mio padre che invece di sgridarmi mi ha detto: “L’importante è che non ti sei fatto male.”
Ovviamente mia sorella ha avuto ben altre parole da dirmi, quando sono rientrato in macchina. Mia madre, invece, ha cominciato a sbracciarsi per togliermi i vestiti sporchi e accidentalmente ha tolto il freno a mano. La macchina ha cominciato a scivolare e mio padre, ancora metà dentro e metà fuori, credendo di essere Hulk provava con tutte le sue esili forze di fermarla. Per fortuna ha cominciato a rallentare e non abbiamo urtato nulla e nessuno.
Comunque eravamo decisi a non farci rovinare la vacanza da questi "piccoli" incidenti e ci siamo accontentati, felici, di una brioche confezionata a testa.
Naturalmente il nostro "tranquillo" viaggio non era finito. Il navigatore di mio padre si è scaricato e mia madre ha dovuto tirare fuori una cartina polverosa che era sicuramente più vecchia di lei. Infatti, seguendo quelle indicazioni, siamo finiti per perderci in mezzo a quelle che sulla carta erano strade ma che nella realtà erano diventate sentieri acciottolati. Come se non bastasse, a un tratto la macchina si è bloccata e mio padre, con la fronte corrugata, e il fumo che gli usciva dalle orecchie come un treno a vapore, ci ha detto che era finita la benzina. Così abbiamo chiamato i soccorsi che ci hanno recuperato e portati nel resort, dove ci hanno fatto fare anche rifornimento.
Purtroppo nel resort non c'era nessuna prenotazione, come ho già detto, è siamo finiti a dormire in macchina perché nessuno vuole essere divorato dagli insetti che popolano quella specie di stamberga.
Chissà cosa ci aspetta domani! Ma questo non importa. Penso che, l'importante è che oggi siamo stati tutti insieme e, in fondo, ci siamo anche divertiti!

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