Autore: Laurence Binet
Collana: Filorosso
Argomento: La Cecenia sotto la pressione russa
Questo libro racconta della situazione in Cecenia a causa della guerra da due punti di vista diversi. Il primo è raccontato da una ragazza di nome Maaka, dove ci fa vivere in prima persona la guerra (primo capitolo), il secondo è invece è raccontato da un ragazzo, ritrovatosi poi sul territorio di guerra, di nome Pavel (secondo capitolo). Maaka è una cecena che insieme alla sua famiglia cerca di sopravvivere dentro a casa sua ormai semidistrutta a Grozny. Maaka ha tre fratelli, uno di questi soffre di problemi di respirazione quindi certe volte, con sua madre, lo porta in una foresta per fargli respirare aria migliore. Un giorno un fratello, stanco di rimanere a casa, perché i maschi non potevano uscire dal proprio rifugio per paura di essere reclutati nell'esercito, esce con loro, ma successivamente viene catturato. Maaka e la madre fanno di tutto per recuperarlo ma appena ci riescono vengono a conoscenza che è già morto. Una cosa molto particolare che ho notato, è il fatto che il secondo capitolo fosse composto solo ed esclusivamente da lettere di Pavel a sua madre Olga e viceversa. Tutto ha origine da quando Pavel è andato a fare un servizio di leva a Kemerovo per l'esercito russo mentre sua madre è a San Pietroburgo. In queste lettere Pavel e sua madre si raccontano come va in ciascun posto, ma più si va avanti leggendo, e più è come se a nessuno dei due arrivassero le lettere di entrambi. Pavel durante il servizio di leva riesce a fare conoscenza con due persone che poi diventano sue amiche, ma entrati sul territorio di guerra muoiono tutti e due. A questo punto Pavel, stanco di tutto, decide di disertare.
Anche se ho trovato la parte di Pavel molto coinvolgente, la mia preferita è stata quella di Maaka, perché penso che dopo un po' le lettere fossero un abbastanza pesanti date la lunghezza di alcune. Due cosa che non ho veramente apprezzato sono le 35 pagine di approfondimenti a fine libro, le e soprattutto LI ho trovati abbastanza superflui, e il fatto che la storia di Maaka avesse un finale abbastanza aperto. Per concludere il libro è stato, comunque, di buon gradimento.
Julie 3A
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