Questo libro parla di una persona di
vent'anni a cui mancano poche
settimane per finire il servizio militare
presso un campo per profughi nella
striscia di Gaza. Egli racconta la sua
storia in un bar di Tel Aviv
accennando all’autore di un antico
libro per l’infanzia che desta la
curiosità di chi ascolta. Il suo incarico
nel campo profughi era quello di
supervisionare una scuola di palestinesi rifugiati. Questa missione apparentemente semplice e di breve durata lo portò a conoscere la vita dei ragazzi e in particolare di un professore e di suo nipote, che attraverso le storie del libro Kalila e Dimna cercano di contrastare i militari, diffondendo frasi di supporto sui muri del campo durante la notte. Durante una missione di repressione il narratore del libro viene coinvolto suo malgrado nell’arresto del professore e del nipote e a causa della loro evasione tramite uno scambio di identità, egli venne condannato ad altri tre mesi di campo militare.
I fatti narrati in questo libro mi ricordano le scene che a volte si vedono nei telegiornali, e in cui pensiamo che profughi e militari occupino due ruoli ben distinti. Qui invece si capisce bene che queste situazioni creano una mescolanza di situazioni e vissuti che non permettono di dividere con sicurezza il bene e il male il giusto e lo sbagliato.
Matilde 3A
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